Più comunemente chiamata “impotenza”, è l’incapacità di raggiungere o di mantenere un’erezione sufficiente ad ottenere un rapporto sessuale soddisfacente.
Può comparire a qualunque età, dal termine della pubertà alla vecchiaia, e se è vero che può rappresentare un problema occasionale per alcuni uomini, è vero anche che può essere un problema frequente per molti altri. Questo non indica però né l’incapacità ad avere un orgasmo o un’eiaculazione, né la sterilità.
Si può verificare a causa dell’insufficienza di uno o più elementi coinvolti nel processo emodinamico dell’erezione, come:
il controllo da parte del sistema nervoso;il rilassamento delle strutture erettili del pene;l’afflusso di sangue arterioso;l’occlusione del deflusso venoso.
La disfunzione erettile è una patologia molto diffusa: si calcola che in Italia ne soffra circa il 15% della popolazione maschile tra i 20 e i 50 anni. I più comuni fattori di rischio che si associano all’impotenza sono:
Ma esistono anche fattori psicogeni che concorrono al manifestarsi della patologia, come ansia, depressione, forte stress e problemi di coppia.
Inoltre esiste la particolare condizione legata alla cosiddetta “ansia da prestazione”, che può determinare un’inibizione dell’erezione.
Il miglior presidio terapeutico per la disfunzione erettile è quello che deriva da un inquadramento diagnostico globale del disturbo fatto da uno specialista andrologo, così come la strategia terapeutica, che viene preparata sulla base di dati clinici, laboratoristici e strumentali.
Una concreta possibilità di trattare efficacemente il deficit sessuale esiste già: è l’iniezione diretta nei “corpi cavernosi” del pene, sia occasionalmente per l’espletamento di un rapporto sessuale, sia ripetutamente come ciclo di terapia riabilitativa quando la funzione erettiva sia deficitaria. Ma è una pratica curativa che aggrava il paziente di ulteriore preoccupazione, a causa della modalità stessa di attuazione, e che lo costringono di fatto a non essere autonomo. Un problema che i cosiddetti “Autoiniettori”, apparecchiature per lo più simili ad una penna stilografica, di varie dimensioni, peso e complessità, sono riusciti a risolvere, senza però riuscire sempre a coniugare la sicurezza e l’efficacia con la facilità d’uso.