Falloplastica o Corporoplastica

Operati di falloplastica o corporoplastica

Differenti metodi chirurgici permettono di perseguire differenti obiettivi agli operati di falloplastica ma questi comportano anche conseguenze e rischi non sempre valutabili a priori.
Gli obiettivi che si possono ottenere:

funzione estetica: realizzazione di un organo di forma cilindrica simile al pene (autotrapianto in sede pubica di tessuti presi da altra parte del proprio corpo con cui modellare il fallo);funzione urinaria: costruzione di neouretra che permetta la fuoriuscita dell’urina all’apice dell’organo costruito;funzione sessuale: inserimento nel fallo di una protesi del tipo di quelle usate per l’impotenza con possibilità di rendere rigido l’organo costruito e idoneo a rapporti sessuali con penetrazione.

L’intervento di falloplastica è particolarmente complesso e, come tutti gli interventi di microchirurgia, può comportare la necrosi totale dell’organo costruito se i vasi collegati si ostruiscono ed il sangue non raggiunge i tessuti trapiantati. Meno gravi le perdite parziali per necrosi locali e le comuni complicanze quali sieromi o ematomi. Anche l’uso di protesi può comportare ulteriori problemi in quanto il tessuto del neopene non è il più idoneo a sopportare una protesi. Nei casi di impotenza le protesi vengono introdotte nei corpi cavernosi che sono strutture molto resistenti e robuste. In altri casi il rischio è che i tessuti dell’organo costruito vengano traumatizzati maggiormente soprattutto durante i rapporti sessuali che comportano un traumatismo continuo e ripetuto. Qualche volta i tessuti non sopportano questo trauma per cui la protesi erode il rivestimento cutaneo e “si espone” infettandosi e rendendo necessaria la sua rimozione.

L’intervento di corporoplastica peniena, invece, consiste nel tentativo di correggere l’incurvamento che il chirurgo può eseguire con tecniche conservative e con l’incisione della placca.
Il tipo di tecnica viene in genere stabilita prima dell’intervento ma può essere cambiata dal chirurgo in ragione della situazione locale.
L’intervento comporta necessariamente la circoncisione, una possibile minore sensibilità del glande e del pene dovuta sia alla circoncisione che alla manipolazione del fascio vasculo nervoso necessario per raggiungere l’albuginea dei corpi cavernosi sede della malattia. In questi casi, la lunghezza del pene generalmente viene conservata ma può diminuire di circa 1 o 2 cm e questo dipende dalla gravità della malattia e dalla tecnica utilizzata dal chirurgo. L’intervento, per quanto tecnicamente impeccabile, è pur sempre un intervento correttivo e potranno residuare così delle irregolarità al tatto dell’asta come pure qualche lieve deviazione.

L’utilizzo del PENIS BUILDER è particolarmente raccomandato ai pazienti operati di falloplastica e corporoplastica per impedire la retrazione cicatriziale.

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