Il biofeedback goniometrico è un dispositivo in grado di trasdurre in segnale gli angoli articolari durante l’esecuzione del movimento volontario e nella regolazione del range di movimento e può essere utilizzato in sostituzione del biofeedback elettromiografico, quando il muscolo che deve essere monitorato è inaccessibile o difficilmente isolabile.
Il biofeedback goniometrico è un dispositivo in grado di trasdurre in segnale gli angoli articolari durante l’esecuzione del movimento volontario e nella regolazione del range di movimento e può essere utilizzato in sostituzione del biofeedback elettromiografico, quando il muscolo che deve essere monitorato è inaccessibile o difficilmente isolabile.
Nella letteratura internazionale si trovano studi sull’efficacia del biofeedback goniometrico nel controllo dell’iperestensione del ginocchio del paziente emiplegico, nell’addestramento al controllo posturale del capo e nel recupero articolare a livello del gomito (fig. 1), del polso (fig. 2), del piede (fig. 3) e del ginoccho (fig. 4). Dispositivo non pesante gr 500 e facile da usare, che non necessita di potenziometro e di scatola elettronica. Comprende due bracci di materiale plastico (plexiglas), vincolati reciprocamente in modo girevole.
Un braccio è provvisto di magnete, l’atro è provvisto di manopola in cui è inserito un rilevatore magnetico in grado di azionare un segnalatore sonoro. La posizione angolare interessata a essere evidenziata, con segnale acustico, viene determinata dalla manopola, per mezzo del rilevatore magnetico. Questo è sempre attivato nel momento in cui si sovrappone al magnete posto sull’altro braccio. I bracci del dispositivo goniometrico sono fissati ai segmenti corporei con fasce di velcro elasticizzato e devono essere posti longitudinalmente agli assi meccanici degli stessi segmenti. Il centro di rotazione del dispositivo è posto in corrispondenza del centro di rotazione dell’articolazione.
Biofeedback
Il biofeedback goniometrico è uno strumento che può avere diverse e interessanti applicazioni in campo riabilitativo. Non sostituisce alcuna tecnica, ma può integrare e agevolare l’operato del riabilitatore ed essere utile al paziente in certe situazioni e in determinate fasi cliniche.
Quando il paziente ha acquisito familiarità con lo strumento e con il compito richiesto, lo stesso strumento può essere usato a livello domiciliare senza la supervisione dell’operatore.